LA STORIA CURIOSITA'
I TOUR
DISCOGRAFIA
Tutti parteciparono alla scrittura delle canzoni, perseguendo la ricerca di una via rock tutta italiana, che avesse, proprio nei testi, una propria ben precisa riconoscibilità. Non fu facile entrare in uno spirito un po’ "da cantautore", ma l’esperienza con De André e i consigli di Colombini, artefice del rilancio di Dalla, riuscirono a dare alla PFM la necessaria sicurezza. Suonare suonare , ovvero "otto racconti di musica e parole per esprimersi, comunicare, soffrire, godere e suonare", (come si dice sul retro di copertina) è un album fresco e pieno di vitalità, che si sviluppa attraverso i poetici racconti autobiografici di tutti i componenti della band. Per l’occasione l’organico si arricchì di un nuovo elemento, Lucio Fabbri, che già aveva partecipato alla loro fortunata avventura con Fabrizio De André.

Fabbri, polistrumentista con un disco da solista in attivo e diverse collaborazioni importanti alle spalle, sembrava adattissimo per un gruppo come PFM, dove gli spazi musicali da coprire erano sempre molti. Ma non fu questa la sola novità: nelle esibizioni dal vivo si aggiunse un secondo batterista, per permettere a Di Cioccio di affrontare con più determinazione il ruolo di front man. E così Walter Calloni, con il suo drumming raffinato e deciso, si unì alla band. Dopo il successo di Suonare suonare Flavio Premoli lasciò il gruppo. Le motivazioni erano legate al disagio di una vita fatta di continui viaggi e al suo desiderio di lavorare ad un progetto personale. Rimase nel campo musicale come produttore e autore di musica per la pubblicità, senza mai esibirsi dal vivo con nessun altro gruppo. I nostri amici decisero di continuare il discorso iniziato con Suonare suonare .

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Il disco successivo, Come ti va in riva alla città , è un album dove il linguaggio musicale è diventato più duro, soprattutto nei testi. Questa volta le storie erano di periferia: ragazzi che faticano ad adattarsi ad una società che vuole omologare tutto, ragazzi che vogliono essere protagonisti a tutti i costi, nel bene e nel male. Il clima del disco fu rappresentato molto bene dall’immagine della copertina, realizzata da Mario Convertino. L’album, come al solito, divise la critica ma, nella sua esecuzione in concerto, ebbe come sempre un grande successo. Il ruolo di Di Cioccio come front man cresceva di concerto in concerto dando al gruppo una nuova grinta. Pfm8401.jpg (65695 byte) L’idea di fermare nel tempo quel responso così caloroso di pubblico fece nascere l’idea di
Performance , il terzo live ufficiale di PFM. La potenza di una sezione ritmica dai nomi curiosamente teutonici (Franz, Patrick e Walter), il virtuosismo di Mussida e la poliedricità di Fabbri crearono intorno alla voce un tessuto di autentica energia, palpabile anche nella rilettura dei brani del loro vecchio repertorio. Nel 1987, dopo questa esperienza, il gruppo decise di non fare più concerti. Ognuno intraprese progetti artistici e professionali individuali ma, la PFM ufficialmente non si sciolse mai.

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