Per sopravvivere "I Krel" - "I Quelli" proseguivano la loro
attività di session man. Tra un disco di Battisti e uno di De André, Di Cioccio fu
"prestato" allÉquipe 84. Il fatto, inusuale per l'epoca, avvenne nel
1970, in occasione del rilancio dell Équipe, che era in gara al festival di San
Remo, in coppia con Lucio Dalla. Loro avevano bisogno di un batterista fisso per otto
mesi, "I Krel"- "I Quelli" di cambiare casa discografica. Dal
momento che ambedue i gruppi appartenevano alla stessa etichetta, la Ricordi, era
l'occasione giusta per chiedere uno scambio di cortesie. In questo modo "I
Krel"- "I Quelli" riuscirono a liberarsi dal vecchio contratto:
lasciarono la Ricordi e seguirono altri dissidenti - tra cui Lucio Battisti, Alessandro
Colombini e Mogol - che, essendo in aperto contrasto con la linea artistica della casa
milanese, si apprestavano a fondare una nuova etichetta discografica, la Numero Uno.
Lopportunità di debuttare in versione progressiva, arrivò proprio dal Festival di
San Remo di quellanno. Furono scritturati dal "Whisky Club", un locale
adiacente al Teatro Ariston, per suonare come attrazione alternativa in una città invasa
dalle canzonette. "Niente cose commerciali" era stata la richiesta, "ma
solo la trasgressiva energia della pop music". In quella trasferta il ruolo di Di
Cioccio come musicista in prestito assunse aspetti davvero curiosi. Dalle venti alle
ventitré, vestito di tutto punto, si esibiva educatamente in diretta televisiva sul palco
del salone delle feste del Casinò. Più tardi raggiungeva gli amici al locale, cambiava
abito, genere musicale e tornava ad essere un'istintiva, sudata macchina da ritmo. Il loro
repertorio era perfetto, arrangiato ad arte per catturare lattenzione degli
ascoltatori e consisteva principalmente in cover di brani, particolarmente difficili,
delle band più allavanguardia del momento. Il pubblico, che ogni sera gremiva il
piccolo club per vedere il gruppo che faceva 'cose turche' - come si diceva allora -
confermò che quella era la strada giusta. Dopo la fase sanremese e la firma del contratto
con la Numero Uno, venne il momento di pensare al cambiamento del nome. Ci voleva un
taglio deciso con il passato, anche se erano ben consci che in quel modo avrebbero perso
tutte le piazze dove si esibivano come "I Quelli" e "I Krel"- "I
Quelli" . Il nuovo nome doveva essere diverso da tutto ciò che si era già sentito,
come per esempio i soliti nomi di animali tanto in voga negli anni Sessanta. La cosa non
si dimostrò facile e dopo interi pomeriggi passati a immaginare ipotesi, la scelta si
restrinse a due soli nomi: Isotta Fraschini e Forneria
Marconi. Scelsero il secondo, con l'aggiunta di Premiata. Alla Numero Uno qualcuno
obbiettò che "Premiata Forneria Marconi" era un nome troppo lungo, ma la
filosofia del gruppo era chiara: più il nome era difficile da ricordare, più sarebbe
stato difficile da dimenticare. Questa linea ebbe la meglio. La scelta, molto originale,
si rivelò giusta, tanto da creare una moda che contagiò lItalia musicale degli
anni Settanta. Insomma, a quel punto c'erano tutti gli ingredienti per iniziare la nuova
avventura: la voglia, la grinta, un repertorio funambolico e anche il nome. Mancava solo
la buona occasione per farsi conoscere dal grande pubblico. Franco Mamone, già impresario
di "I Quelli", intuì,
insieme a Francesco Sanavio, la fine della stagione delle balere. Da impresari di
provincia, i due si trasformarono in promoters dei gruppi internazionali più importanti
del momento. Mamone si propose come manager della Premiata e, in cambio, li fece esibire
come supporter nei concerti da lui organizzati. Iniziarono con i Procol Harum, poi con gli
Yes, approdando subito dopo allavvenimento della stagione: fare da supporter ai Deep Purple la più grande rock
band del momento. Lidea era un po azzardata, ma il coraggio e una bella dose
di faccia tosta hanno sempre accompagnato le scelte della Premiata. Il tam tam del popolo
del rock incominciò a farsi sentire e portò lontano leco di quella bellissima
serata. I tempi stavano proprio cambiando e ovunque si organizzavano i cosiddetti festival
pop. Fu proprio in uno di questi raduni che si presentò unaltra grande occasione,
che permise al gruppo di crescere artisticamente. Accadde nell estate 1971, alla
pineta di Viareggio, dove cera in programma il primo "Festival di Avanguardia e
nuove tendenze". Era il raduno pop più importante dellanno e vi si erano date
appuntamento tutte le realtà emergenti della nuova musica italiana. La manifestazione
richiedeva lesecuzione di un brano inedito e Franco Mussida, che già in passato con
"I Quelli" aveva composto canzoni, durante un viaggio in camioncino da Torino a
Milano scrisse mentalmente La carrozza di Hans .
Nei giorni seguenti il brano fu arrangiato e preparato per loccasione. A Viareggio
la Premiata sorprese tutti con un'esibizione memorabile: dopo un inizio elettrico e
travolgente, tra lo stupore generale, Mussida prese la chitarra classica e, con i suoi
dolci arpeggi, fece volare il pubblico nella favola di Hans, il mercante di sogni. Fu un
trionfo e la PFM vinse il festival, a pari merito con Mia Martini e gli Osanna.
Le registrazioni di Storia di un minuto seguirono
di poco luscita del loro primo 45 giri (Impressioni di Settembre e
La Carrozza di Hans ). La realizzazione dell'LP fu il frutto di una scelta ben
precisa: suonare in studio tutto dal vivo, per imprimere al disco l'inconfondibile marchio
di energia e immediatezza che li distingueva.
Sullonda del grande entusiasmo per il
successo del primo disco, la Premiata tornò in sala dincisione per registrare il
secondo LP. Volevano tentare il grande salto verso lEuropa. Il secondo LP, Per un amico era
volutamente diverso dal primo ed aveva un respiro più internazionale. I fatti che
seguirono lo confermarono. Il 20 Dicembre del 72, al PalaEur di Roma, Greg Lake assistette al concerto di presentazione dell'album.
Era fatta. Li portò a Londra, alla Manticore,
l'etichetta di E.L.&P. dove li aspettava Pete Sinfield, poeta dei King Crimson. |
 |
 |
Sinfield, allora produttore
di successo dei Roxy Music, ascoltò il loro concerto di presentazione londinese riservato
agli addetti ai lavori e disse: "Scriverò i testi e produrrò i ragazzi perché
voglio continuare con loro il discorso che ho interrotto coi Crimson della prima
formazione. Mi piace molto la calda mediterraneità della loro musica progressiva".
Nel Gennaio del 73 la Premiata tornò di nuovo a Londra per registrare il loro primo
LP internazionale al Command Studio. Per ironia della sorte la nuova formazione dei K. C.,
guidata da Robert Fripp, stava registrando Larks tongue in aspic nella sala accanto
alla loro: evidentemente era destino che le due strade si incrociassero. La nascita di Photos of Ghosts , versione
in inglese di Per un amico
, coincise con il ritocco al loro nome perché in Gran Bretagna non centravano affatto la
pronuncia, al punto che ogni intervista era uno spasso a base di storpiature linguistiche
a dir poco grottesche. |
 |
|

|
|
 |
La più ricorrente suonava
pressappoco così: Premiatiniconi Fornaroncini Marconcinetti... "Meglio la sigla
P.F.M." sentenziò Sinfield, "più facile e internazionale". Al concerto di
presentazione della band, che avvenne il 24 marzo1973 allABC Fhulam Theatre di
Londra, laccoglienza da parte dei critici fu calda come una birra alla spina.
"Questi musicisti non sono niente male" dicevano, "ma sono italiani...
" Dovettero ricredersi molto presto però. Forti del successo radiofonico del singolo
Celebration , versione inglese di E' festa , la PFM partecipò
con successo al festival di Reading. |
 |
|

|
Nonostante il boicottaggio da parte
dellorganizzazione, che alla fine dellesibizione tolse loro la corrente,
adducendo pretestuosi problemi di orario, tutto il pubblico scattò in piedi per chiedere
a gran voce un bis che, purtroppo, non fu possibile concedere. Ma la sorpresa maggiore
arrivò dagli Stati Uniti dove lalbum entrò inaspettatamente nella classifica di
Billbord. Era un evento quasi incredibile perché l'affermazione, di per sé già
difficile per un band inglese al debutto, era impensabile per un gruppo non anglofono, per
di più italiano. Tutto cominciava a girare bene e non per nulla le conferme arrivavano
ininterrotte. Nei referendum di due prestigiose testate musicali britanniche, Melody Maker
e New Musical Express, la PFM si piazzò al secondo e terzo posto tra i gruppi rivelazione
dellanno.
 |
In Italia tutti erano quasi increduli di
fronte alleccezionalità del successo, che si estese in tutta Europa grazie alla
fortunata tournée con Pete Sinfield e Mel Collins. |


|
In quel periodo facevano un
concerto dietro laltro. Su tutti spiccano due esibizioni di prestigio: al festival
del jazz di Zurigo e al celebrato festival di Montreaux, nella serata dedicata al pop
europeo. Furono due momenti di grande emozione. Il primo mutamento nellorganico
della PFM avvenne prima della registrazione del terzo album. La necessità di avere un
suono sempre più personale ed efficace spinse il gruppo alla ricerca di un musicista con
doti vocali. Furono vagliate diverse ipotesi tra cui, su suggerimento di Sinfield, anche
la candidatura di John Wetton, buon bassista-cantante madrelingua. Lincontro che
diede una svolta al gruppo avvenne nellestate del 73. Durante una session
allAltro Mondo di Rimini, Franz e Mauro incontrarono
Patrick Djivas. Suonava con gli Area, un gruppo di grande capacità espressiva il cui
linguaggio spaziava tra jazz, musica etnica e sperimentazione. Patrick, dopo qualche
giorno, entrò nella Premiata, affascinato dall'opportunità di suonare nel giro
internazionale. La sua partecipazione coincise con la registrazione del terzo Lp, L'isola di niente , che
avvenne allAdvision Studio di Londra.
 |
 |
La cultura musicale di
Djivas, ricca di sfaccettature, ampliò la capacità compositiva della band e suggerì
spunti etnici come quello che anima La luna nuova. La sua vena jazzistica, che si
appoggiava al comune amore per il R&B e il rock, contribuì invece ad ampliare gli
spazi dell improvvisazione. Lisola di niente , che uscì sul
mercato inglese col titolo "The
world became the world", rispetto ai precedenti LP, aveva una musicalità
nuova ed una maturità artistica solida e completa. |
 |
|
Fu con questa formazione che
avvenne la svolta americana. |
|

Solidità ritmica, virtuosismo e brani
originali erano le particolarità che permisero al gruppo di entrare nel circuito delle
band più importanti.
Per tutto il 1973 fino allinizio del
74 si susseguirono una serie di tournée in Italia, Gran Bretagna e, in tutto il
resto d' Europa, insieme ai Ten Years After di Alvin Lee. Lentrata di Photos of Ghosts nelle
classifiche americane di Billboard, il premio della critica giapponese che lo decretò il
miglior album dellanno e i risultati del pop poll di Melody Maker, dove PFM
conquistò il secondo posto nelle Brightest hopes, davanti a gruppi come i Supertramps e
gli Eagles, convinse la Manticore al grande passo. Era giunto il momento di organizzare il
primo tour promozionale negli Stati Uniti per il
lancio del secondo album americano, The world became the world.. Fu proprio durante
questo tour che Mario Medius, allora direttore artistico della Manticore a New York, ebbe
lidea di registrare i concerti della band italiana. In questo modo, davvero casuale,
nacque Cook, il primo live ufficiale di PFM, edito in Italia con il titolo Live in Usa. |
 |
In giro per il mondo
Con lalbum Cook
conquistarono il 150° posto nella classifica di BillBoard, un grande traguardo per una
band italiana
|
 |
 |
Alla loro prima apparizione a Los Angeles
registrarono per sei giorni il tutto esaurito al "Whisky Club" (un nome che
continuava a portare loro fortuna) ripetendo lo stesso successo al Rainbow e al Golden
Bear. Forse fu il loro momento magico, quello tanto atteso. Ormai suonavano con star del
calibro di Allman Bros, Santana, ZZ Top, Poco, Beach Boys, Dave Mason, etc. Stavano
crescendo e ci avviavano ad entrare nella rosa degli artisti più richiesti dal vivo. |
Effettuarono 50 concerti da costa a costa nei
primi due mesi e parteciparono a festival allaperto con punte record di presenza di
250.000 persone, come quello di Charlot Speedyway.
E ancora: concerti live in tv, tra cui The midnight Special e In concert insieme
a Steppen Wolf ed Herbie Hancock. |
|
 |
Ma i sacrifici, soprattutto in termini
economici ed affettivi, cominciarono a farsi sentire. Per "rompere" negli
States, ovvero ottenere un grande successo così come accadde poi a Peter Frampton che
divideva con loro management e tour, bisognava stare in giro almeno per un anno. Frampton
lo fece: restò in tour fino alla fine, registrando in chiusura lLP Frampton
comes alive. Il ferro andava battuto finché era caldo, ma i nostri amici non avevamo
fatto i conti con la nostalgia dellItalia.
Il sogno americano si era rivelato troppo impegnativo e, rinunciando al vantaggio
acquisito in quattro mesi di tournée ininterrotta,tornarono a casa. Giunti in Italia,
decisero subito due cose: creare un nuovo assetto allorganico e dare un break agli
impegni. Lintenzione era ancora una volta quella di introdurre un altro elemento, un
vocalist,che sollevasse un po tutti dalla responsabilità del canto lasciando a loro
più spazio per lesecuzione musicale. La scelta, dopo una serie di ricerche, cadde
su Bernardo Lanzetti cantante dallAcqua Fragile, un gruppo
prodotto dalla Premiata. Lanzetti era dotato di una vocalità robusta, capace di reggere
limpatto sonoro di una PFM nel pieno della sua maturità. Inoltre aveva una certa
padronanza della lingua inglese-americana poiché aveva studiato in un college del Texas,
particolare determinante dati gli impegni internazionali del gruppo. |
Con la nuova formazione cominciarono a
registrare il nuovo LP Chocolate
Kings . Lanzetti si inserì molto bene, con una notevole prova vocale e una
partecipazione attiva ai testi, scritti da Pagani e Marva Jean Marrow. |
 |
 |
Le musiche erano di Premoli
e Mussida. Lalbum venne accolto bene in Italia anche se alcuni critici ebbero da
obiettare sulla decisione di abbandonare la doppia versione per cantare direttamente in
inglese. Il nuovo LP fu registrato con lormai collaudato metodo del live in studio.
Era una scelta obbligata, ma anche sentita, poiché il pubblico si aspettava da loro quel
tipo di energia. Chocolate Kings fu pubblicato in Gran Bretagna ottenendo critiche
molto favorevoli. Questo consenso, che li riconfermava di nuovo a livello internazionale,
li convinse ad accogliere linvito per una tournée
in Giappone. |
 |
|

|
|
Lì potevano contare su un nutrito stuolo di fans della
musica progressiva che aspettava da anni di poterli vedere dal vivo. I concerti di Tokyo, Osaka e Nagoya, festeggiati con la
consegna del disco doro, furono un trionfo. Il calore e la partecipazione del
pubblico giapponese rimane a tuttoggi uno dei momenti più intensi della loro
attività musicale. Subito dopo quella tournée volarono in USA per la quarta tournée
americana. Anche negli States la nuova formazione riscosse grandi consensi da parte del
pubblico, mentre la stampa accolse lultimo LP con diverse critiche per via dei testi
non proprio filo americani. Nel frattempo, Chocolate Kings era entrato tra i
Top Twenty nella classifica degli album più venduti in Gran Bretagna, quasi a compensare
la tiepida accoglienza del mercato americano. Tornarono in Europa per la quarta tournée
inglese.
Il momento più bello di quel tour fu la tappa
conclusiva, il concerto alla prestigiosa Royal Albert Hall.
Proprio in quelloccasione, durante le prove, ricevettero lonore di una visita
inaspettata da parte della Regina Madre. A Sua Altezza, amante della musica italiana,
dedicarono ladagio di Albinoni suonato al Moog
da Premoli. La sera invece, durante il concerto, era presente la TV italiana con la troupe
di "Laltra domenica" di Renzo Arbore, per testimoniare un successo
internazionale che, solo qualche anno prima, risultava essere impensabile. Al ritorno da
quella tournée Pagani, stanco del continuo girovagare da una nazione allaltra e
sfinito dagli impegni che lasciavano ormai poco spazio alla ricerca personale, decise, in
comune accordo con tutti, di uscire dalla band per seguire un proprio percorso
individuale. In quel momento la PFM decise di prendersi una pausa di riflessione. |

|
Contaminazioni - Nuove strade per il
rock -
Con luscita di Mauro si chiudeva un ciclo, per certi
versi pionieristico ed un po avventuroso, che li aveva portati a raggiungere
traguardi insperati. Ma se entrare nel circuito internazionale dei concerti e delle
classifiche era stato un bel risultato, ormai era tempo di cercare nuovi stimoli e spunti
creativi. La prima idea fu quella di introdurre una seconda chitarra per dare più respiro
a Mussida, creando così un sound completamente diverso dal precedente. In seguito
pensarono ad un sax, ricordando la bella esperienza effettuata con Mel Collins durante la
tournée europea con Sinfield. Alla fine, però, decisero di restare in cinque, anche per
concentrarsi meglio sulla scrittura del nuovo materiale. Provarono moltissimo, per non
perdere la forma artistica particolarmente felice di quel periodo. Erano decisi a
rientrare nel giro americano dopo la frenata avuta con Chocolate Kings , LP che in
USA non fu mai accettato come in realtà avrebbe dovuto meritare, a partire dalla
copertina (la bandiera americana accartocciata non era proprio piaciuta). Del resto anche
da parte del Music Business c'era stato un raffreddamento degli entusiasmi, ma in questo
caso le ragioni non erano certo di carattere patriottico, bensì dinteresse: per
alcuni managers dellarea del rock era loccasione giusta per potersi sbarazzare
di una delle band più forti dal vivo, un gruppo italiano che dava fastidio a molti
artisti locali. Per fortuna non tutti erano daccordo su quella specie di ostracismo
culturale e la casa discografica Electra Asylum, dopo che il suo presidente li ebbe
ascoltatati dal vivo alla Royal Albert Hall e in occasione di Old Gray Wiste Taste
(un importante programma televisivo), decise di averli nella sua scuderia.
Partirono alla volta di Los Angeles e firmarono il nuovo contratto. Erano entusiasti di
questa nuova avventura americana e il lungo soggiorno in California permise loro di
assimilare i nuovi fermenti musicali di quellarea, specialmente il jazz-rock, un
genere dagli arrangiamenti sofisticati i cui estimatori stavano aumentando. Fu un passo
che la PFM fece quasi inconsapevolmente, seguendo listinto dettato dal luogo e dal
momento storico. Gli amici dellepoca erano Frank
Zappa, Jaco Pastorius, Billy Cobham, Lenny
White e molti altri del giro rock jazz della West Coast: era praticamente impossibile non
rimanere coinvolti.
Proprio mentre stavano provando il materiale del nuovo LP, si presentò nella loro casa
adibita a sala prove un musicista californiano: Greg Bloch. Greg, dai grandi baffi,
fondatore degli Its a beautiful day, era un eccellente violinista, suonava
con Mark Almond band e vantava una partecipazione nel gruppo di Gato Barbieri.
PFM non aveva intenzione di prendere un nuovo violinista, ma la musicalità di Greg, ricca
di sfumature che spaziavano dal jazz alla musica classica fino al country, fu veramente
convincente. Dopo alcune prove, la band decise di farlo entrare nel progetto Jet Lag
.
Jet Lag , titolo emblematico, é un'espressione che indica la confusione accusata
da molti dopo il rapido sbalzo di fuso orario causato da un lungo viaggio in aereo. Ma Jet
Lag , per la PFM, aveva anche una seconda chiave di lettura: era un viaggio musicale
immaginario, un confronto, tra radici diverse, giocato sui continui e repentini cambi di
identità che i componenti della band eravamo costretti ad affrontare ogni volta che,
lasciato il loro paese, ci tuffavano nelle cultura americana.
Il progetto era molto affascinante, ma concepito in un momento in cui la musica
progressiva era in una fase involutiva. Il nuovo lavoro fu pronto nel Gennaio 77,
quando nelle radio americane la musica da PFM, ovvero quella degli album, stava
attraversando un momento poco favorevole. I tempi stavano cambiando, il fenomeno Punk era
alle porte ed il mercato discografico stava rivolgendosi sempre di più alla dance music.
Tuttavia Jet Lag , per la particolarità del progetto, ebbe un buon riscontro di
critica e raccolse gli elogi dellala più intellettuale del pubblico californiano.
Il sapore mediterraneo ed il linguaggio rock jazz di matrice weastcoastiana furono gli
ingredienti che fecero di quellalbum, secondo un autorevole parere della stampa
americana, una dei più begli esempi della contaminazione tra mondi musicali differenti,
avvicinati tra loro da musicisti che vivono contemporaneamente le due realtà.
La copertina di Jet Lag fu
inserita nel libro "The illustrate history of the Rock Album Cover " che
raccoglie le più belle copertine del mondo, mentre PFM si guadagnava un posto ufficiale
nellIllustrated New Musical Express Enciclopedia of Rock.. Con Jet Lag nacque
anche letichetta della PFM, la ZOO record, che voleva essere un punto di incontro
per lo sviluppo delle nuove correnti musicali italiane.
 |
Dopo lavventura di Jet Lag , che
di fatto chiuse il periodo americano, decisero di restare nellambito italiano per
ritrovare stimoli e cercare nuove ispirazioni. Col successivo album Passpartù
si avvicinarono ad una dimensione più acustica e tornarono a cantare in italiano. |
 |
Per quanto riguardava i testi si decise una
collaborazione con Gianfranco Manfredi mentre la copertina dellalbum vide il debutto
nella discografia di Andrea Pazienza, un astro nascente del fumetto. |
Anche i concerti subirono una piccola
rivoluzione. La formazione divenne più aperta e, dal vivo, fu fatto posto ad alcuni
ospiti: Roberto Colombo alle tastiere e Roberto Haliffi alle percussioni. I concerti della
nuova tournée ricevettero una accoglienza carica di curiosità e coinvolgente entusiasmo,
ma lalbum non diede i risultati sperati. Inoltre Lanzetti non riusciva a trovare un
ruolo preciso e, dopo quell'ultima esperienza, lasciò la band iniziando una carriera
solista, orientata verso un rock di matrice americana. Ancora una volta bisognava
ripartire da capo, con stimoli ed esperienze del tutto nuove.
Il gruppo era giunti ad un bivio del suo percorso artistico, proprio mentre sulla scena
mondiale si preannunciava un periodo di riflusso. Si intravedeva una crisi di identità, ma erano convinti che bisognasse
affrontarla con determinazione. |
 |
Esorcizzarono i dubbi con una
nuova tournée, convinti che il palco ed il pubblico li avrebbero rivitalizzati.
Durante un concerto in Sardegna ritrovarono lamico Fabrizio
De André, col quale a suo tempo avevano collaborato nellalbum La buona
novella . De André rimase colpito dalla loro capacità musicale dal vivo, perciò,
proprio in quella occasione, Di Cioccio gli propose di fare una tournée insieme. Secondo
gli addetti ai lavori era unidea azzardata ma il cantautore, dopo aver ascoltato
alcuni arrangiamenti di PFM delle sue canzoni, si convinse. E lui, così schivo e restio
alle apparizioni in pubblico, diede a tutti una lezione di coraggio. Per la prima volta un
cantautore ed un gruppo si unirono per dare vita ad un progetto live. La tournée fu un
grande successo di critica e di pubblico.
 |
La musica, riarrangiata e rivitalizzata con
nuovi spunti, riusciva a creare intorno ai testi alcune sensazioni che facevano volare la
fantasia dello spettatore, scoprendo nuove suggestioni nei brani che già amava.
Loriginalità di quella scelta artistica, così atipica, fu ripagata con la
soddisfazione di vedere nascere subito dopo altre operazioni di questo genere. Da quella
esperienza PFM ricevette una notevole carica e una grande
lezione: era vero che il pubblico amava i virtuosismi ma, come dimostrava l'ovazione
che accoglieva la voce di De André fin dall'inizio di ogni sua canzone, erano i testi a
restare più a lungo nella memoria collettiva. Si convinsero che erano un grande veicolo
di comunicazione, da loro spesso trascurato per dare più spazio alla musica. Ma non era
questa lunica riflessione che il gruppo fece dopo quella fortunata tournée.
Compresero che mancava anche un front man che facesse datrait dunion tra il
palco e gli ascoltatori. La esuberanza di Franz
lo indusse ad accettare di ricoprire questo ruolo. Lo fece con entusiasmo, seguendo
lesempio di altri batteristi che prima di lui avevano già fatto quella scelta.
Il nuovo progetto, che coincise con la chiusura dellesperienza ZOO Record e il
conseguente contratto discografico con la RCA, nacque allinsegna della completa
autosufficienza, con un ritrovato spirito di gruppo e un grande entusiasmo, elementi
indispensabili per quella che si preannunciava come la scommessa degli anni 80. |
TOP |